“Crack” è il suono di qualcosa che si rompe ed è il concetto da dove parte tutto: rompere qualcosa che già esiste e dargli una nuova vita.
Il brand Simon Cracker nasce nel 2010 da un’idea di Simone Botte, creative director, stylist, ricercatore di tessuti e tecniche di stampa, come progetto di abbigliamento upcycled. Dare una seconda possibilità ad abiti ‘abbandonati’, giacenze di tessuti, tutto quello che le persone scartano.
Nel 2019 si unisce come co-direttore creativo Filippo L.M. Biraghi, editor, giornalista, fashion curator, buyer e docente di cultura della moda: il brand entra nel mainstream, partecipando a Who Is On Next?, Altaroma e dal 2021 nel calendario ufficiale di Camera Nazionale della Moda Italiana.
Approcciamo la moda da un punto di vista divergente, ci piacciono le individualità e non gli stereotipi, i nostri valori sono legati ai limiti di mezzi che stimolano la creatività, vogliamo restituire ai vestiti un valore che non sia meramente economico ma soprattutto comunicativo. La scelta dell’upcycling non è legata a un’estetica ma a un obbligo che sentiamo nei confronti del mondo. Attraverso questa tecnica la nostra narrativa cambia in ogni collezione. I nostri vestiti sono senza stagione né sesso. Il nostro obbiettivo è raccontare la verità: corpi, vestiti, identità e peculiarità che ci rendono unici ma contemporaneamente parte di una ‘comunità’.
Tra le collaborazioni ad oggi: Kappa, Ninja Turtles, Bivio, Ragged Kingdom by Jamie Reid, Laboratorio Riciclo Pelle, Ansia, Gaia Segattini Knotwear, Penelope Brescia, DaQuy, The Complainers, Sue Clowes, Dr. Martens, Australian.
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